Nasce un nuovo soggetto populista e socialista, no euro e no Nato/
Dinanzi al fallimento della dicotomia fasulla e artefatta che alterna una finta destra ed una finta sinistra al fine di chiudere un equilibrio di sistema che tutela in definitiva la destra del denaro e la sinistra del costume è stato costituito lo scorso 14 settembre a Roma con la partecipazione di un folto pubblico "Vox Italiae", un movimento che intende riproporre una politica capace di soddisfare l'esigenza di sovranità nazionale unitamente alle rivendicazioni sociali delle classi lavoratrici, specie più deboli. La compagine nasce da una costola di
Interessenazionale
, un'associazione culturale" fondata nel 2017 a Milano da alcuni esponenti della cultura tra i quali il filosofo Diego Fusaro.
"Abbiamo il dovere", scrivono i fondatori del movimento, "di offrire agli italiani una proposta politica che dia rappresentanza ai tanti che non vogliono tornare a vivere nel vecchio e fallimentare recinto che ha contraddistinto la seconda Repubblica. Diamo quindi vita ad nuovo partito politico, autenticamente sovranista e keynesiano, socialista, populista e democratico, che difenda i legittimi interessi nazionali senza ledere quelli di nessun altro; che riscopra il valore di una coerenza programmatica oggi umiliata da chi crede di poter dire all’infinito tutto e il suo contrario; che riconcilî la cultura con la politica; che funga da cinghia di trasmissione tra il popolo e le istituzioni; che difenda i valori della nostra Costituzione continuamente disattesi da affaristi e globalisti di ogni risma; che riscopra con orgoglio la nostra identità e le nostre radici, senza per questo aizzare sentimenti sciovinisti o fanatici che non ci appartengono. Vogliamo perciò ridare dignità alla politica, che non è necessariamente un luogo insalubre abitato per forza da malfattori professionali, ma il centro nevralgico che guida e indirizza la vita di qualsiasi comunità che vuole dirsi civile, ordinata ed improntata al rispetto della giustizia sociale."
Sono intervenuti, oltre lo stesso Diego Fusaro, alcuni tra i massimi esperti di politica e di economia. Vi sono poi stati interventi dal pubblico, tra i quali quello di chi scrive, il quale ha posto con forza il problema dell'identità e quindi della lingua italiana, costantemente mistrattata a favore soprattutto di certo inglese dai connotati palesemente globalitarî, divenuto ormai strumento di autoreferenzialità per rampanti arrampicatori convinti che parlare la lingua ed il linguaggio del padrone forte di turno sia il viatico per manifestare una propria superiorità nei confronti di coloro che, si fa per dire, hanno il torto di preferire la lingua del Sommo Poeta. (G.L. Ugo)
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